La ricerca scientifica per la modernizzazione agraria, e la sua storia, sono rimaste per decenni un tema esclusivo degli specialisti del settore, pur essendo stata l’agricoltura il principale fattore economico negli anni della formazione dello Stato unitario e poi nell’Italia liberale, sia in termini di occupazione che in termini di percentuale sul PIL. In particolare, esse hanno ricevuto scarsa attenzione da parte di coloro che si occupano di storia generale e di storia delle istituzioni, con poche eccezioni fino a tempi abbastanza recenti. Tra gli storici della scienza, poi, è a lungo prevalsa l’idea che il progresso della ricerca e della conoscenza scientifica andassero misurati soltanto in rapporto al processo di industrializzazione. In questa visione, l’attività degli organi di ricerca istituiti dal Ministero di agricoltura, industria e commercio del Regno d’Italia a supporto della modernizzazione agraria del Paese, semplicemente non esisteva. In tale ottica, le politiche di modernizzazione tecnologica e scientifica in campo agricolo non potevano essere considerate se non come indizi dell’arretratezza della ricerca scientifica italiana. Qualunque interpretazione si voglia condividere, infatti, l’agricoltura – non solo italiana – si trovò a fronteggiare, nella seconda metà dell’Ottocento, una tale domanda di innalzamento dei livelli di produttività da rendere inevitabile una trasformazione di portata epocale nell’organizzazione produttiva e nelle tecniche colturali. È in questo contesto che nel 1906 nasce a Roma l’Istituto internazionale di agricoltura, promosso dall’americano David Lubin, imprenditore agricolo di origine polacca ed ebreo.
Le istituzioni italiane e la modernizzazione agraria / Paoloni, Giovanni. - STAMPA. - (2016), pp. 11-19.
Le istituzioni italiane e la modernizzazione agraria
PAOLONI, Giovanni
2016
Abstract
La ricerca scientifica per la modernizzazione agraria, e la sua storia, sono rimaste per decenni un tema esclusivo degli specialisti del settore, pur essendo stata l’agricoltura il principale fattore economico negli anni della formazione dello Stato unitario e poi nell’Italia liberale, sia in termini di occupazione che in termini di percentuale sul PIL. In particolare, esse hanno ricevuto scarsa attenzione da parte di coloro che si occupano di storia generale e di storia delle istituzioni, con poche eccezioni fino a tempi abbastanza recenti. Tra gli storici della scienza, poi, è a lungo prevalsa l’idea che il progresso della ricerca e della conoscenza scientifica andassero misurati soltanto in rapporto al processo di industrializzazione. In questa visione, l’attività degli organi di ricerca istituiti dal Ministero di agricoltura, industria e commercio del Regno d’Italia a supporto della modernizzazione agraria del Paese, semplicemente non esisteva. In tale ottica, le politiche di modernizzazione tecnologica e scientifica in campo agricolo non potevano essere considerate se non come indizi dell’arretratezza della ricerca scientifica italiana. Qualunque interpretazione si voglia condividere, infatti, l’agricoltura – non solo italiana – si trovò a fronteggiare, nella seconda metà dell’Ottocento, una tale domanda di innalzamento dei livelli di produttività da rendere inevitabile una trasformazione di portata epocale nell’organizzazione produttiva e nelle tecniche colturali. È in questo contesto che nel 1906 nasce a Roma l’Istituto internazionale di agricoltura, promosso dall’americano David Lubin, imprenditore agricolo di origine polacca ed ebreo.File | Dimensione | Formato | |
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